Decreto Dignità: Pure i giudici nutrono seri dubbi. . .


Si riporta integralmente il seguente articolo tratto dal sito istituzionale dell'Ordine Nazionale dei Consulenti del lavoro:
I Giudici del Lavoro e i dubbi sul decreto dignità

Le preoccupazioni degli imprenditori sulle novità introdotte con il Decreto Dignità sono comprensibili secondo il Presidente della sezione lavoro della Corte d’appello di Venezia, Luigi Perina.In un’intervista per il quotidiano Il Sole 24 Ore, il giudice sottolinea che le due nuove causali introdotte fanno riferimento alla nozione di “attività ordinaria” dell’impresa, che esclude la possibilità di utilizzare il contratto a termine. «Una nozione che non è giuridica e neppure selettiva, e quindi difficilmente interpretabile in modo oggettivo», sottolinea il giudice, per il quale la nuova normativa introduce una robusta stretta su contratti a termine e somministrazione.
«A mio avviso, si va anche oltre quanto prescrive ai Paesi Ue la direttiva comunitaria del 1999 in chiave di contrasto alla precarietà. In questo senso, vi è il concreto rischio che le imprese facciano meno rinnovi e proroghe per evitare prevedibili contenziosi», precisa. La stretta sulla somministrazione, secondo Perina, rischia di irrigidire la differenza tra i due istituti causando disorientamento tra gli imprenditori e un maggiore ricorso al turn-over, che porterà a sua volta nuova precarietà. “La giustizia - ha concluso - ha bisogno di semplificazione e certezza del diritto. E purtroppo ritengo che, ancora una volta, questi valori non vengano perseguiti”.

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