NUOVE DIMISSIONI: NON SOLO INUTILI MA ANCHE COSTOSE


In ordine alla nuova procedura di dimissioni che entrerà in vigore il 12 marzo, la Presidente dell’Ordine Nazionale Consulenti del Lavoro ha inviato una missiva al Ministro Poletti con la quale si sottolinea che tale nuova procedura non innova alcunché  sul piano dell’utilità, in quanto, nata per contrastare una pratica, quella delle dimissioni in bianco, che già da tempo non costituiva ragione d’essere in quanto egregiamente  sopita con la sottoscrizione per convalida.
Inoltre, si rimarca, che tale nuova procedura di dimissioni, ritenuta l’unica valida, non contempla il caso delle dimissioni di fatto.
Quest’ultime invece sono molto frequenti (circa 70 mila casi all’anno) e si configurano quando il lavoratore decide di dimettersi senza formalizzare alcunché .
La nuova procedura, non prevedendo tale casistica, indurrà  il datore  a cessare il rapporto licenziando il lavoratore per  abbandono del posto di lavoro. Così facendo però il datore dovrà pagare  il ticket licenziamento (che per anzianità sino a tre anni può arrivare a 1500 euro,  con un costo  complessivo per le imprese di 105 milioni di euro all’anno) e si  assumerà comunque il rischio di un’impugnativa da parte del lavoratore. 
Quest’ultimo invece avrà tutte le carte in regola per richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi che, nel caso di formalizzazione di dimissioni volontarie, non sarebbe spettata, comportando così un  costo per le casse statali stimato in 1, 42 miliardi di euro.

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iTALIA OGGI 08-03-2016
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